Xerhos

Sua Immensità era solita affacciarsi dalla cima della torre minore di Sottovento, lo splendido Castello di Occidente. Da qui, il Regno di tutti i Cieli nel cielo più alto, si esercita quotidianamente nella pratica dell’osservare e ripete senza sosta una frase: « Quel che è fuori è dentro » e dice che l’unica tecnica per mettere in moto il potere della trasformazione anticipando le mosse di SKY, è osservare, non guardare o vedere, perché secondo i suoi calcoli, i due metodi produrrebbero azioni tardive, per cui letali agli abitanti del Regno di Vita, il popolo al quale era stato destinato, affinché quel regno continuasse a esistere. Il punto è, che a partire da oggi nulla più sarebbe stato come prima. La sua nomina a Eterno Osservatore d’Occidente è il nuovo cambiamento, che prende il nome di Luna Codificata, le cui coordinate corrispondono alla traiettoria del tempo di mezzo, il tempo degli esseri celesti, i Tanti, popolo del Regno di Vita nel Cielo di Aldilà, la sua vera dimora, i suoi veri fratelli. Il mio nome è XERHOS e fui per loro l’unico passaggio sicuro attraverso i cambiamenti, almeno per tutti quelli prima di questo. Provengo dal Cielo di Orione, il cui regno è il Regno di Diamante, conosciuto tra i mondi come il Regno Brillante delle 8 sorgenti. Sono membro dell’antica Società degli Opalescenti, le creature adamantine, i protettori della Suprema Ruota della Legge Universale nell’inespugnabile Castello di Aria, castello madre dei castelli di tutti i regni.

XERHOS significa colui che brucia dentro. È stato il Re del Silenzio, il mio custode, ad assegnarmi il nome. Per noi Opalescenti venire alla luce voleva dire essere portatori diretti delle 8 sorgenti. Per questo motivo a prendersi cura di creature così preziose, erano esseri speciali, i custodi, i discendenti diretti dei 3Re. Non fu il Re del Silenzio a scegliermi, ma gli venni assegnato a sua insaputa dal comitato superiore. Non poté sottrarsi al senso di responsabilità che faceva di lui un Re, un custode e acconsentì, accettando di educare e crescere presso il quartiere a lui riservato all’interno del castello madre, un essere adamantino che di quella società non ne portava il simbolo. Si trattava di come la nostra pelle assumesse toni iridescenti, opalescenti, una volta esposta alla Luce della Luna, ma non la mia, non la mia pelle. I saggi prima di consegnarmi nelle mani del Re del Silenzio, vollero vederci chiaro. Andarono dentro di me alla ricerca del colore e lo fecero per ben 12 lunghe lune. Nessuno sapeva della mia venuta alla luce a parte loro e me. Mi isolarono dagli altri subito con la prima luna e attesero la seconda per accertarsi della mia diversità. A partire dalla terza luna ebbero inizio le ricerche. Mi tagliarono ovunque, a partire dalla pelle in superficie, fino ad arrivare a infliggere tagli alle vene, ai muscoli, ai nervi, agli organi interni, alle stesse ossa e alla corteccia cerebrale. Li sentivo nominare numeri e codici, mentre un grande schermo sopra di me al posto del soffitto generava coordinate e traiettorie quasi come fossero parte di uno spazio che mi apparteneva.

Questo è un estratto del primo racconto "L'Era del Cinghiale" dal libro "La Suprema Ruota della Legge Universale" non ancora pubblicati.

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